L’incantevole borgo toscano di Cortona, con le sue stradine acciottolate, le affascinanti chiese storiche e i panorami mozzafiato sulle colline circostanti, è da sempre una perla nascosta tra le meraviglie dell’Italia. Tuttavia, grazie all’impegno instancabile di Mari Oya, una giornalista giapponese che risiede in Toscana dal 1996, Cortona ha iniziato a brillare in Giappone, conquistando il cuore dei lettori e spettatori giapponesi.
Mari Oya, una voce autorevole e rispettata nella scena giornalistica giapponese, è spesso ospite in programmi televisivi e radiofonici nazionali, nonché autrice di articoli per importanti riviste. Uno dei punti salienti della sua carriera è stata la sua collaborazione con la prestigiosa NHK Japan Broadcasting Corporation, l’equivalente giapponese della Rai italiana. La NHK è famosa per la sua copertura nazionale e per la sua capacità di raggiungere milioni di spettatori in tutto il Giappone.
L’opera di Mari Oya è stata particolarmente significativa per Cortona, poiché ha dedicato il suo talento e la sua passione per la scrittura per promuovere questo antico borgo toscano. Nel suo articolo, Mari ha raccontato la storia e la bellezza di Cortona in modo avvincente, descrivendo le sue tradizioni, i suoi tesori artistici e la sua cucina deliziosa.
L’articolo di Mari Oya è stato pubblicato su una rivista giapponese con una tiratura impressionante di 90.000 copie, gestita proprio dalla NHK. Questa pubblicazione ha aperto le porte del Giappone a Cortona, attirando l’attenzione di un vasto pubblico e suscitando un crescente interesse per questa gemma toscana.
“Cortona Mia”, l’associazione locale per la promozione turistica, non può che esprimere gratitudine nei confronti di Mari Oya per il suo prezioso lavoro. “Grazie a Mari, oggi Cortona avrà più visibilità nel paese del sol levante. Ci auguriamo finalmente che anche questo indotto turistico possa incrementare e consolidarsi. Cortona Mia ringrazia la giornalista Mari Oya per il prezioso lavoro”, ha dichiarato il presidente dell’associazione.
Ecco un estratto dell’articolo di Mari Oya in lingua originale: