Lo splendore degli Etruschi in mostra a Cortona
Grazie alla collaborazione con il Louvre, nella città toscana si riscopre questa grande civiltà. A partire dal suo alfabeto a lungo misterioso. Intervista al direttore del museo parigino, in prima fila per preservare l’arte antica, sempre più minacciata nel mondo
Scrivere è sempre nascondere qualcosa in modo che poi venga scoperto», raccontava Italo Calvino in “Se una notte d’inverno un viaggiatore”. E certo quest’intuizione fu confermata quando, verso la prima metà del XIX secolo, il nobiluomo croato Mihail de Brariæ portò in patria una mummia come trofeo del suo viaggio in Egitto.
Qualche tempo dopo, infatti, si accorse che le bende del reperto erano coperte da un testo in inchiostro nero. Solo nel 1892 questo scritto, di oltre 1200 parole, venne studiato da un egittologo e identificato come etrusco. Si trattava di un libro di lino, appartenuto probabilmente a un aruspice, che in seguito fu ridotto in strisce per fasciare la mummia.
al 1947 il reperto, che si rivelò un calendario rituale con le cerimonie da compiere nei giorni prestabiliti in onore di varie divinità, ormai dagli specialisti conosciuto come la “Mummia di Zagabria”, si trova conservato nel museo della capitale croata. È il più lungo testo conosciuto in lingua etrusca e sarà uno dei pezzi pregiati esibiti alla mostra “Gli etruschi maestri di scrittura”, che dal 19 marzo al 31 luglio si svolgerà presso il Maec, il Museo dell’Accademia Etrusca e della città di Cortona.
Mostra che prende spunto dalle recenti scoperte di epigrafi etrusche presso il sito di Lattes, nelle vicinanze di Montpellier, che attestano la presenza stabile di mercanti di quel popolo in suolo francese e dal ritrovamento, pochi anni or sono, a Cortona, del terzo testo etrusco più lungo al mondo, la cosiddetta “Tabula cortonensis”, nonché dal progredire degli studi su quella scrittura.
Tutte queste considerazioni hanno portato il Museo del Louvre e il Maec, da tempo legati da rapporti scientifici, a progettare la mostra. Di questa, come di altri argomenti legati alla conservazione delle opere d’arte e alla divulgazione dei prodotti più raffinati della nostra civiltà, parliamo con Jean-Luc Martinez, 52 anni, esperto di scultura classica greca, il più giovane direttore e presidente che il Louvre abbia mai avuto dalla sua fondazione.
Fonte: L’espresso